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Nato per caso nell’anno 1996 dall’incontro di alcuni amici che avevano in comune il forte desiderio di fare musica, di stare assieme e, in un futuro non lontanissimo, di formare un coro. Gli elementi che formano il coro sono divisi in 4 voci: soprani, contralti, tenori e bassi. Non mancano ovviamente i solisti. La primavera del ‘99 ha portato nel coro una ventata di novità riguardanti i brani, le voci e una serie di idee innovative, molte ancora da attuare. Il nostro repertorio comprende attualmente brani religiosi e non, perciò adatti ad essere cantati sia nelle Chiese che in teatri o piazze. Il nostro, per ora, breve Curriculum Vitae si riassume in concerti nelle Chiese di zona per ricorrenze Pasquali o Natalizie e una sola uscita dalla provincia a scopo benefico. Il coro si distingue per la scelta dei brani dai cori classici: brani Gospel, Spiritual per lo più. Consapevoli di non possedere nè la musicalità, nè la vocalità dei cori afro-americani, i Gogoris si discostano leggermente dagli arrangiamenti standard americani e grazie alla buona collaborazione fra il maestro e la band, vengono a crearsi brani più vicini alla musicalità e vocalità europea. Detto questo è necessaria una parentesi sul significato generale dei brani. Gli Spiritual sono canti nati tra i neri che nel 1700 venivano portati in America per lavorare come schiavi nelle piantagioni. Evocano un’aria di nostalgia per la libertà perduta ma, nello stesso tempo, si percepisce una nota di serenità per chi vive con la certezza di ritrovarsi un giorno tutti uniti in Paradiso. I canti Gospel si spiegano molto bene nel significato di GOD = Dio e SPELL = Linguaggio, ossia in Linguaggio di Dio, perciò del Vangelo. E’ per chi canta un unirsi in preghiera, un comunicare gioia, serenità a tutti quelli che ascoltano. E’ un ringraziare il cielo per la vita, per l’amore, è la speranza che l’uomo non sia più diviso in bianchi e neri, in liberi o schiavi ma solo uomini nuovi. Nel corso degli anni sia i canti Gospel che gli Spiritual hanno subito delle variazioni nei testi e nella musica, sempre più densa di arrangiamenti europei, questo però non si contrappone allo spirito natio: fare musica per comunicare gioia.